E voi, ancora niente figli?
Il moltiplicatevi lascia poco spazio alle interpretazioni e alle varianti. Il siate fecondi, invece, apre la coppia e tante strade diverse, perché la fecondità è la chiamata a portare frutto secondo la vocazione specifica di ogni coppia.
Il dolore dell’infertilità che oggi tocca tante coppie è incarnato nelle Scritture: da Abramo e Sara a Giacobbe e Rachele, fino a Zaccaria ed Elisabetta. Un patrimonio della Chiesa, una storia di salvezza a disposizione di tutti gli sposi che stanno cercando di dare un senso e una direzione alla propria vita.
In una lettura profonda, appassionata, contemporanea, gli autori propongono un percorso verso la pienezza e di fiducia nel disegno di Dio per la storia di ciascuna coppia, per non restare fermi al palo del dolore, perché la fecondità ha più a che vedere con l’essere che con l’avere, e consente di fare spazio all’altro in modi molteplici, sempre diversi e straordinari.
RASSEGNA STAMPA
Eccoci sulla pagina San Paolo Edizioni - Edizioni San Paolo
Anteprima, La Voce
"Non fertili ma fecondi." - La Voce, di Elena Lovascio (testo)
"Il nuovo libro dei Gentili" - Umbria radio - Podcast intervista
E voi, ancora niente te figli?». Quante coppie si sentono fare questa domanda, innocente negli intenti ma certamente devastante quando scuote il desiderio ferito di diventare genitori. Maria Rosaria Fiorelli e Giovanni Gentili hanno preso il tema più difficile e più diffuso del nostro tempo e lo hanno trasformato in un libro che è come un cammino di ricerca attraverso le storie delle tante coppie della Bibbia che hanno incontrato l’infertilità.
«Nel mondo ferito di oggi, contraddistinto da relazioni fragili», scrive nella prefazione del volume fra Marco Vianelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia, «una coppia può essere davvero feconda proprio essendo coppia, assumendo pienamente la vocazione di sposi e la consapevolezza del Sacramento delle Nozze, perché la liquidità di questo tempo mi sembra che abbia sempre più il sapore della solitudine, dell’individualismo, del soggettivismo e la "terapia" è proprio quella di scoprirsi aperti a un altro, all’Altro. Il primo passaggio per essere fecondi è che la salvezza non è nell’uno ma nel due. Anzi nel tre, perché è la presenza dello Spirito Santo che permette alla coppia di essere terapeutica per se stessa e per gli altri». E perché – si chiedono i due coniugi – non aggirare il problema accogliendo «le soluzioni che il mondo, l’uomo con la propria intelligenza e la scienza con i propri progressi, hanno trovato»? La risposta è quella della Chiesa secondo cui «la vita è chiamata a nascere nel matrimonio e dal matrimonio, che la vita e la morte rimangono nelle mani di Dio». Naturalmente, quando si parla di vita nascente si intende anche l’accoglienza nell’adozione e nell’affido, scelta abbracciata da Maria Rosaria e Giovanni, genitori di due figli.
Per conoscere meglio i contenuti del libro E voi, ancora niente figli?, edito da San Paolo e in uscita in libreria proprio questa settimana, abbiamo incontrato gli autori.
Nel vostro libro si distingue tra fertilità e fecondità. Che percorso ci vuole, per una coppia infertile, per capire che ciò non significa essere infeconda, e aprirsi alla vita?
Aprirsi alla vita richiede sempre coraggio, fede, e la fecondità di cui parliamo è una questione cruciale per tutti. In particolare di fronte all’infertilità, come in ogni situazione complessa della vita, la soluzione viene dalla relazione con Dio e dal non rimanere soli nel momento del dolore o del disorientamento. Serve tempo per accettare il dolore, per poterne scoprire il senso e, infine, discernere la propria "chiamata alla fecondità, che passa da strade diverse, che è il portare frutto secondo la vocazione specifica di ogni coppia".
È necessario passare dal buio alla luce, dal dolore al benedire, dire-bene della propria storia, cambiare il proprio sguardo per rileggere il passaggio dalla disgrazia alla grazia, dal dolore alla pienezza.
In fondo "ciascuno di noi è chiamato a costruire la storia della salvezza, ma nel tratto di oggi".
Potete raccontarci quali sono state le vostre tappe di coppia rispetto a questo argomento?
La scoperta della differenza fertilità-fecondità è avvenuta attraverso parole ricevute e incontri vissuti: la prima volta grazie a un libro di don Renzo Bonetti, poi l’abbiamo voluta approfondire. Nel tempo è diventata una consapevolezza: anche prima dell’adozione ci siamo aperti al servizio, all’annuncio, e ciò ha nutrito il nostro "noi" che, come scriviamo, è il primo figlio della coppia. E, poi, sono arrivati tanti altri frutti.
Ed è stato chiaro che il dolore, l’infertilità, erano stati solo un punto di partenza, non l’unica e ultima parola sulla nostra vita che stava diventando feconda.
Già dal titolo emerge con chiarezza la fatica della relazione con gli altri: il resto della famiglia, gli amici, i colleghi. Intorno a una coppia con un problema di fertilità si crea una sorta di alone di imbarazzo. Come mai accade questo? C’è poca cultura sul problema?
Di fronte al dolore, il mondo ci offre mille modi per distrarci, per non pensarci. Di infertilità parlano solitamente gli specialisti presentando "soluzioni", difficilmente si trova qualcuno con cui parlarne in senso più ampio, invece è fondamentale. Infatti anche le persone più vicine a una coppia infertile, non essendosi confrontate con il tema e non sapendo cosa fare, spesso si attivano con zelo, mosse dall’affetto, per cui arrivano suggerimenti di tutti i tipi, dalla dieta ai consigli spirituali...ma non richiesti.
L’alternativa è il silenzio, anche collettivo, quello condito di imbarazzo. In realtà spesso l’altro ha bisogno solo di prossimità, che può significare ascolto, silenzio rispettoso, presenza, amicizia, normalità.
Chi sono e cosa chiedono le coppie che vi seguono nei percorsi dedicati all’infertilità?
Incontriamo coppie che vivono l’infertilità sia nei percorsi per giovani sposi o in ritiri dedicati al tema come "Conta e stelle", a volte tramite l’associazione di famiglie adottive che abbiamo fondato, oppure attraverso amici e sacerdoti che fanno da tramite, addirittura nei corsi per fidanzati. Vivono momenti diversi del loro cammino: alcune sono ferme al dolore, alla rabbia, al ripiegamento, altre hanno scorto una luce o hanno preso una via. Ogni coppia vive in modo diverso il dolore: alcune si sentono sole, non trovano rispecchiamento negli amici che ormai hanno figli, altre sono appesantite dalla rabbia, dall’invidia, emozioni normali che accompagnano soprattutto i primi tempi. Altre si accostano per conoscere il mondo dell’adozione; hanno nel cuore tante domande e altrettante paure.
Molte volte si sentono sole, non hanno con chi condividere quanto vivono e pensano sia un problema di pochi. Invece l’Oms dice che riguarda una coppia su cinque.
Tutte chiedono ascolto, di poter condividere quanto vivono senza essere giudicate o sminuite, e, poi, più o meno esplicitamente, cercano una parola di speranza, di sapere che è possibile trovare una strada, che nessuna coppia è stata creata per la delusione, ma che la pienezza è per tutti, anche se passa per strade che non avremmo immaginato perché "da sempre Dio ha sognato una storia feconda con noi e per noi, dobbiamo solo riscoprire la grandezza e la bellezza della missione cui Egli ci ha chiamati come sposi"
Il libro porta tante storie di coppie alle prese con questo problema, qual è la vostra storia preferita e qual è il messaggio biblico che vi ha rafforzati nel vostro cammino personale?
Sicuramente quella di Abramo e Sara: loro sono proprio come noi, alternano grandi sì e grandi cadute, momenti di fiducia nella promessa di Dio e momenti di bassezze tutte umane. Inizialmente sono capaci di lasciare la terra dei padri, Ur, ma non la terra interiore dei propri progetti, di affidarsi a scorciatoie umane come nella vicenda di Ismaele, ma anche di grande fede come nella generazione di Isacco. Il messaggio biblico che ci ha sostenuto, pertanto, è la fedeltà di Dio che fa una promessa, poi la rinnova, poi torna...e non si stanca di cercarli, ma con un amore appassionato, torna a chiamarli nonostante la loro infedeltà, aspetta cento anni affinché siano pronti a dire il proprio sì pieno..
"Nella bibbia gli esempi che consolano chi non ha il dono di un figlio" - Famiglia Cristiana, di Orsola Vetri
"La fecondità è fare spazio ad altri" - Credere, intervista di Laura Badaracchi
Ospiti a Radiophonica - Podcast intervista (insieme a d altre ospiti)
Libro del mese - Chiesa di Padova, Ufficio diocesano di pastorale della famiglia.
E voi, ancora niente figli? - Zebuk
E voi, ancora niente figli? - di Orsing Vera - Mogli e Mamme per vocazione
Si può essere fecondi anche senza essere fertili - M. Altoviti, Romasette
Mogli e mamme per vocazione
INTERVISTE
Rai 1 - Fertilita, fecondità, adozione.
TV2000 - L'adozione è un dono
TV2000 La nostra storia di infertilità trasformata in fecondità
EVENTI
Alla presentazione c'era proprio aria "di famiglia"!
Sul palco noi autori dei due libri, M. Rosaria e Giovanni, Marco e Romina, e con noi padre Francesco Piloni, ministro provinciale francescano, padre Pasqualino Massone, e, a sorpresa, padre Marco Vianelli, Direttore dell'Ufficio Nazionale CEI per la Pastorale della Famiglia, per noi una guida e un amico.
Ha aperto l'assessore Edi Cicchi, Assessore Comune di Perugia, che con calore ha espresso la propria stima e ha condiviso frammenti di vita.
Poi si sono succeduti la riflessione di padre Marco Vianelli, l'intervento di padre F. Piloni e le domande di padre Pasqualino Massone, che hanno saputo cogliere in ciascuno dei due testi il messaggio di speranza, l'intrecciarsi della Parola e della vita, di testimoni antichi sempre attuali ma anche gli spunti per il cammino di ogni coppia di oggi!
Grazie a tutti gli amici, parenti, conoscenti, interessati che sono intervenuti!
Rivedi la diretta!
Dialogo su infertilità, fecondità e amore con Antonio, moderatore del sito Matrimonio cristiano.